SOMMARIO:
1. Introduzione
2. Abitudini alimentari
3. Attività fisica
4. Conclusioni
1. Introduzione
Nei paesi industrializzati il rischio di obesità è un problema particolarmente rilevante. Si è assistito, infatti, negli ultimi anni ad un incremento della prevalenza dell’obesità e del sovrappeso in tutte le fasce di età, in parte attribuibile a cambiamenti dello stile di vita, sempre più sedentario e tendente a favorire il consumo di alimenti ad alto valore energetico e basso valore nutrizionale.
Il quadro che emerge dai dati europei, così come dalle nostre ricerche è sconfortante; abbiamo analizzato un campione di 1000 ragazzi che svolgono attività sportiva agonistica, quindi considerati “atleti”, di età compresa dagli 8 ai 18 anni. Al momento della visita d’idoneità agonistica sono stati sottoposti alla compilazione di un questionario riguardante le abitudini alimentari e il loro livello di attività fisica.
Le abitudini alimentari ed il livello di attività fisica dei giovani atleti osservati sono risultate inadeguate; inoltre il 13.7 % di giovani sportivi è risultato essere in eccesso ponderale nonostante praticassero attività sportiva. Il livello di attività fisica è risultato inadeguato nel 38.6% dei ragazzi nonostante praticassero una regolare attività fisica.
I modelli di consumo alimentare nell’adolescenza sono condizionati dalla dimensione culturale che, a partire dall’influenza del contesto familiare, diventa sempre più legata anche a quella del gruppo dei pari e della società. Gli atteggiamenti e i comportamenti che vengono adottati in giovane età sono generalmente mantenuti anche da adulti. Per questo motivo, interventi di prevenzione primaria rivolti a questa fascia d’età, che favoriscono l’acquisizione di stili di vita salutari, risultano più efficaci.
Gli studi analizzati rilevano le abitudini alimentari, con particolare riferimento alla colazione e alla variabilità della dieta. Emerge che il 20.0% dei ragazzi salta la prima colazione: è utile ricordare che questo pasto è estremamente importante per l’equilibrio fisiologico ma anche psicologico soprattutto nell’infanzia e nell’adolescenza. Saltare la prima colazione influenza le capacità di concentrazione e di apprendimento, nonché favorisce il consumo disordinato di snack e cibi definiti “junk food”. Riguardo le abitudini alimentari si nota un basso consumo di frutta e verdura fresca ed un alto consumo di dolci e bevande zuccherate.
3. Attività fisica
Le linee guida internazionali riguardanti l’attività fisica nei giovani consigliano di svolgere almeno un’ora al giorno di attività moderata/intensa, ma per un insieme di fattori e di cause legate alle abitudini delle famiglie, in Italia non viene raggiunto questo obiettivo neanche, nella maggior parte dei casi, dai cosiddetti “atleti”. Se si esclude l’attività agonistica, la situazione peggiora: il nostro Paese è l’ultimo nel mondo occidentale a incoraggiare un’attività fisica regolare tra i ragazzi.
Tuttavia è ormai appurato che lo sport non solo porta benefici in termini di una corretta crescita, ma implica la possibilità di essere più attivi, più equilibrati nei rapporti con gli altri e aiuta a prevenire malattie.
Numerosi studi scientifici sostengono che determinate patologie siano legate alle abitudini che si acquisiscono in età giovanile, per questo diventa impellente affrontare il problema fin dalla giovane età. I risultati di tutti questi studi indicano chiaramente come un’adeguata educazione sia necessaria al fine di promuovere uno stile di vita salutare in termini sia di abitudini alimentari che di attività fisica non solo nei giovani atleti ma anche nei genitori.
Cristian Petri