Nutraceutici - FitIQ.it

Nutraceutici

Si sente sempre parlare di nutraceutici come di sostanze naturali, da preferire per questo ai farmaci. C’è una grande confusione sul loro uso e sui loro effetti. Cosa sono realmente i nutraceutici?

 

SOMMARIO:
1. Definizione di nutraceutica
2. Differenze con farmaci e alimenti funzionali
3. Nutraceutici e colesterolo LDL
4. Conclusioni

 

 

1. Definizione di nutraceutica

Il termine “NUTRACEUTICA” deriva dall’unione di due parole: “Nutrizione” e “Farmaceutica”. Il NUTRACEUTICO è un concentrato di uno o più ingredienti bioattivi estratti degli alimenti per i quali è dimostrato un effetto benefico sulla salute, in dosaggi che eccedono quelli che possono essere assunti con il consumo di un alimento (dose farmacologica). Nella maggioranza dei casi è commercializzato sotto forma di compresse o capsule.

 


2. Differenze con farmaci e alimenti funzionali

La distinzione tra nutraceutico, farmaco e alimento funzionale non sempre è facile, ci sono differenze sottili perché anche l’alimento funzionale utilizza dei principi attivi in quantità maggiori di quelle che troviamo nell’alimento (ad esempio se aggiungiamo al pane le fibre dei fagioli per renderlo più ricco in fibre).


Il nutraceutico si caratterizza per il fatto che la forma in cui è presente è una forma farmaceutica. Ad esempio, se addiziono gli omega 3 del pesce allo yogurt, quello è un alimento funzionale. Gli omega 3 estratti e messi in opercoli sono nutraceutici.


Tutti i preparati che derivano da alimenti devono essere esaminati dall’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) che non fa differenza tra nutraceutici e alimenti funzionali: deve esprimere il proprio parere anche se sono presentati in capsula.

 


3. Nutraceutici e colesterolo LDL

Il colesterolo LDL può essere considerato un fattore di rischio in grado di causare realmente la malattia coronarica; ormai è dimostrato da studi di intervento, studi di randomizzazione mendeliana (studio basato sulla vita dei soggetti con alterazioni genetiche a carico del metabolismo lipidico) e studi osservazionali che minore è il livello di colesterolo LDL nel sangue e minore è l’incidenza di eventi CV. Raggiungere e mantenere un colesterolo LDL adeguato può ridurre dell’80% il rischio di eventi CV.


I nutraceutici ad azione ipocolesterolemizzante possono essere utilizzati nei pazienti che non tollerano le statine o nel caso in cui, nonostante il trattamento farmacologico, non ci sia una riduzione sufficiente del colesterolo; sono adeguati, inoltre, nei pazienti con un rischio CV non elevato o in cui è richiesta una riduzione del colesterolo intorno al 10%.

 

  • B-GLUCANI – Fibre solubili presenti nei cereali (nell’avena e nell’orzo). La dose utilizzata per gli studi è di circa 5g al giorno ed è stata dimostrata una riduzione del colesterolo LDL di circa il 5%. Non hanno un effetto rilevante su trigliceridi e HDL.

  • FITOSTEROLI – I fitosteroli e i loro derivati sono composti bioattivi che presentano una struttura chimica molto simile a quella del colesterolo. Vengono assorbiti in maniera molto limitata (intorno allo 0,5-2% per gli steroli, max 0,2% per gli stanoli). Si trovano in piccole quantità in alimenti di origine vegetali e il loro consumo medio nella dieta è di circa 300 mg/die nelle diete complete, fino a 600mg/die nelle diete vegetariane. In tutti gli studi c’è una riduzione del colesterolo LDL che si attesta intorno al 10%; non c’è un grosso effetto sui trigliceridi e HDL. Gli svantaggi sono correlati essenzialmente alla mancata supervisione medica e ad un uso smodato: il maggiore rischio è correlato al ridotto assorbimento di vitamine liposolubili. 

  • DERIVATI DELLA SOIA – sono stati i primi nutraceutici ad azione ipocolesterolemizzante ad essere utilizzati. I possibili composti che potrebbero avere effetti nella riduzione del colesterolo sono gli isoflavoni (polifenoli) oppure le proteine della soia e dei loro peptidi, oppure la loro azione sinergica. Il meccanismo d’azione non è stato ancora chiarito. Negli anni ’70 diversi studi dimostravano una riduzione fino al 20%, mentre negli studi più recenti la riduzione è molto ridotta, talvolta nulla; tale dato è spiegato dal fatto che, prima dell’invenzione delle statine, venivano effettuati studi anche su soggetti con ipercolesterolemia molto elevata. L’effetto di tali composti infatti è più alto quando il soggetto presenta ipercolesterolemia grave e si riduce sui soggetti con ipercolesterolemia moderata e lieve. I derivati della soia, in particolare le proteine, possono portare ad una riduzione del colesterolo LDL variabile dal 8 a 14%, ma questa efficacia si riduce sensibilmente nei casi di ipercolesterolemia lieve. Tra gli svantaggi ci sono il rischio di allergia e il costo elevato.

  • RISO ROSSO FERMENTATO – Viene fermentato grazie a un lievito (Monascus purpureus), che porta alla formazione di monacoline, di cui la più attiva è la monacolina K, un analogo strutturale della lovastatina. La riduzione del colesterolo LDL in seguito a trattamento con monacolina K è significativa ed anche di una certa rilevanza (fino al 20%). Per alcuni pazienti è presente anche un effetto sui trigliceridi ma non è marcato come quello sul colesterolo LDL. La dose di monacolina k al di sopra dei 10mg è soggetta alle stesse restrizioni della medesima dose di lovastatina, quindi deve essere trattato come farmaco. Con una dose da 3 a 10 mg di monacolina K abbiamo una riduzione del colesterolo compresa tra il 16 e il 25%, paragonabile all’effetto di un farmaco, probabilmente con una maggiore tolleranza nel paziente che non tollera le statine.

  • ACIDI GRASSI OMEGA-3 – Vengono utilizzati in pillole, in dosi che si aggirano intorno ai 2,5-3g/die per ottenere una riduzione dei trigliceridi plasmatici. Non hanno altri effetti sugli altri fattori di rischio CV nei diabetici.

  • FITOCEUTICI: AGLIO – L’attivo che potrebbe avere un effetto ipocolesterolemizzante è l’allicina, contenuta principalmente nella polvere di aglio. Vi sono studi che ne dimostrano un’azione lieve solo sul colesterolo totale, ma non ci sono dati specifici sul colesterolo LDL.


4. Conclusioni

I nutraceutici sono composti di origine naturale ma sono concentrati e incapsulati come se fossero farmaci. Il loro effetto è tangibile quindi vanno utilizzati sempre sotto consiglio di uno specialista e non somministrati di propria iniziativa. I preparati “naturali” non vanno considerati al pari di “acqua” ma, esattamente come i farmaci, hanno effetti benefici e anche interazioni con alti composti e controindicazioni.

 

Valeria Cangiano 

 

 

Bibliografia
Houston M. The role of nutraceutical supplements in the treatment of dyslipidemia. J Clin Hypertens (Greenwich). 2012 Feb;14(2):121-32.
Kalra EK. Nutraceutical-definition and introduction. AAPS PharmSci. 2003;5(3):E25.

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