SOMMARIO:
1. Andamento della forza nelle varie età
2. Che cos’è la terza età
3. I fenomeni fisiologici legati all’invecchiamento
4. Età cronologica ed età biologica
5. Invecchiamento ed attività fisica
1. Andamento della forza nelle varie età
La forza massimale grazie a processi diversificati di natura endocrina presenta incrementi annuali medi dalla pubertà sino allo sviluppo completo. Con il passare del tempo e con la maturazione dell’organismo assistiamo a diversi cambiamenti. Grimby e Saltin dimostrarono che la forza muscolare, sia statica che dinamica, diminuisce leggermente fino ai 45 anni e da questo periodo in poi cala del 5% per ogni decade cosi che, a 65 anni la riduzione della forza risulta essere del 25% circa. La principale causa del decadimento muscolare nell'anziano era determinata da una riduzione della massa muscolare di tipo quantitativo e non qualitativo.
Altri studiosi hanno confermato questa teoria, analizzando il numero di fibre del vasto laterale in cadaveri, dimostrando che nell'arco della vita, dai 20 agli 80 anni, si ha una riduzione dell'area muscolare del 40%. Nel 1992 Skelton e collaboratori dimostrarono come nell'arco di tempo che va dai 65 agli 84 anni, sia negli uomini che nelle donne, si assiste ad un decadimento della potenza di circa il 3,5% per ogni anno.
La graduale diminuzione della forza che si produce con l’invecchiamento dopo l’età dei massimi risultati è dovuta non soltanto a una diminuzione degli ormoni, ma è prodotta da una serie di altre cause tra le principali troviamo: diminuzione della sezione muscolare trasversale, assistiamo ad una minore sezione delle fibre ST, ma in particolare soprattutto di quelle FT; diminuzione del numero di unità motorie fino ad un 50%; diminuzione della frequenza di scarica; diminuzione della contrattilità muscolare; la mancanza di allenamento
Con questo termine, peraltro abbastanza flessibile, si vogliono generalmente comprendere le persone ANZIANE o di ETÀ AVANZATA (dai 55 ai 70 anni) e le persone VECCHIE o di ETÀ SENILE (oltre i 70 anni).
La senilità non può essere definita con precisione poiché questo concetto non ha lo stesso significato in tutte le società. Tendenzialmente si crede che a 65 anni cominci la vecchiaia perché i lavoratori cominciano a ritirarsi dal lavoro percependo una pensione. Nel mondo, il numero degli ultra sessantacinquenni è in forte aumento; per lo più questa crescita è concentrata nei paesi in via di sviluppo. Essa è sicuramente anche simbolo positivo sulla qualità della vita dei cittadini, ma contemporaneamente crea una serie di esigenze e problemi da affrontare per evitare gravi conseguenze socio -economiche in prospettiva futura.
3. I fenomeni fisiologici legati all’invecchiamento
L'Invecchiamento è quel momento della nostra esistenza in cui i Tre Grandi Sistemi(Sistema Nervoso Centrale -Sistema Endocrino -Sistema Immunitario) cominciano a non "dialogare" più, così efficacemente, tra di loro: le preziose informazioni, che fino ad allora si erano scambiati, iniziano a perdersi dando avvio ad una fase in cui si assiste ad un progressivo aumento della vulnerabilità dell'organismo nei confronti delle malattie.
Nel nostro organismo nessun sistema opera in modo isolato e nessun apparato lavora indipendentemente dall'altro. E’ quindi necessario mantenere un buon equilibrio tra i vari apparati per godere di benessere e di buona salute.
Il processo di Invecchiamento è dovuto per un terzo all'ereditarietà e per ben due terzi a vari fattori esterni come il tipo di alimentazione, lo stress, la pressione ambientale, l'attività fisica.
Gli effetti dell’invecchiamento colpiscono molteplici apparati:
– Ossa
Le ossa delle persone anziane diventano molto più sottili e diminuiscono di densità. Questo è collegato a una perdita di peso (2 grammi a 80 anni), una postura rovinata, e una maggiore probabilità di malattie come l'osteoartrosi e l'osteoporosi.
– Problemi dentali
– Sistema digestivo
– Cadute
La vecchiaia è anche collegata al rischio di causarsi lesioni per cadute che forse non le causerebbero a una persona molto più giovane. Ogni anno, quasi un terzo dei sessantacinquenni e una metà degli ottantenni cadono.
– Cuore
è meno efficiente e c'è rischio di perdita di resistenza.
– Meno efficienza delle Funzioni immunitarie
è un marchio tipico della vecchiaia
– I polmoni
si espandono di meno e non entra molto ossigeno.
– La pelle
perde elasticità, diventa più secca, e diventa anche più ruvida.
– Il problema del sonno
ha una prevalenza cronica del 50% con la vecchiaia e risulta evidente sonnolenza diurna. Dai 65 anni in su il sonno profondo scende del 5%.
4. Età cronologica ed età biologica
Anche sul termine età è però necessario fare un po' di chiarezza. Risulta infatti opportuno distinguere il concetto di ETÀ CRONOLOGICA o ANAGRAFICA che è quella che viene generalmente indicata con il numero di anni che il soggetto ha trascorso dalla nascita, e l’ ETÀ BIOLOGICA che è rappresentata dalla classe di età anagrafica in cui si rilevano le funzioni medie del soggetto in esame.
In pratica, quando le due coincidono, significa che lo stato di invecchiamento rientra nei limiti della norma,mentre quando l'età cronologica supera l'età biologica, significa che l’invecchiamento del soggetto è inferiore alla norma e che il suo organismo risulta pertanto più conservato e più efficiente rispetto alla media dei parametri delle persone di pari età cronologica.
In pratica, significa che il soggetto dimostra meno anni di quelli che effettivamente ha vissuto. Gran parte degli studiosi fissano attorno ai 30 anni l’età di inizio della parabola discendente dell’organismo umano. Vi sono però nell’ambiente sportivo moltissimi esempi di anziani atleti ed ex atleti che invertono la tendenza di questa regola, dimostrandosi molto attivi ed efficienti anche ad età cronologicamente avanzate, oltre a presentare una struttura morfologica giovanile. È questa un ulteriore riprova di come l’attività fisica agisce da elemento frenante del processo di invecchiamento fisico e psichico.
Si distinguono in genere 2 tipi di invecchiamento:
1) invecchiamento naturale; (fisiologico) che è dato dalle variazioni graduali e regolarmente presenti, dovute all’età, che riducono progressivamente le possibilità di adattamento dell’organismo dell’anziano.
2) invecchiamento precoce (patologico) che si riscontra quando l’età biologica del soggetto supera quella anagrafica, ed alla base del quale stanno malattie, tendenze ereditarie, condizioni favorevoli di vita e di lavoro, ambiente inquinato, lesioni ed abitudini dannose (errori alimentari, fumo, abuso di alcoolici, ecc.) che determinano una progressiva intossicazione dell’organismo ed una precoce riduzione delle sue funzioni.
Come facilmente intuibile, almeno per ora, non possono essere sostituiti i cromosomi ed i geni legati ai fenomeni dell'invecchiamento, tuttavia disponiamo di molti strumenti per agire sui fattori esterni, mettendo in atto un programma di prevenzione terapeutica idonea ed in grado di contrastare e/o rimuovere, in parte o totalmente, gli effetti negativi da loro indotti sull'organismo. L’ATTIVITÀ FISICA è uno di questi.
5. Invecchiamento ed attività fisica
Come abbiamo visto, questi fenomeni sono sempre presenti in tutti gli organismi e sistemi, ma risultano meno spiccati nelle persone che praticano sistematicamente un’attività fisica rispetto a quelli che pur avendo la stessa età cronologica, non sono allenate e conducono un’esistenza poco attiva dal punto di vista motorio.
Tutti gli studi sull’argomento, anche di autori più disparati, concordano nell’attribuire all’attività motoria nelle persone della terza età, un ruolo insostituibile nel miglioramento e nell’allungamento della qualità della vita. La perfetta efficienza fisica dell’individuo, non solo se appartenente alla terza età, ma anche in età giovanile, è garantita da due elementi che agiscono sinergicamente: una corretta e sana alimentazione, ed una razionale, sistematica e costante attività fisica.
Studi condotti sui longevi, dimostrano come questi due elementi emergono sempre e spesso anzi caratterizzano assieme ad un regime di vita non stressante, l’intera esistenza delle popolazioni o dei soggetti particolarmente longevi.
Stefano Della Valle
Bibliografia
Zanetti E., Berarldo S., Sport e terza età, Manuale di metodologia dell’allenamento con i pesi di perso ne della terza età- Centro studi F.I.L.P.J, Roma 1983.
Umili A. Urso A., Le basi scientifiche del potenziamento muscolare, Società Stampa Sportiva, Roma 2000.
Dietrich M., Klaus C., Klaus L., Manuale di teoria dell’allenamento, Società Stampa Sportiva, Roma 1997.
Campbell W., Crim M., Young V., Evans W., Increased energy requirements and changes in body composition with resistance training in older adults, America 1994.