SOMMARIO:
1. Potenziali danni provocati dalle bevande zuccherate
2. Aumento di rischio cardiovascolare
3. Considerazione sul fruttosio
4. Bevande zuccherate, infiammazione e insulino-resistenza
5. Conclusioni
1. Potenziali danni provocati dalle bevande zuccherate
L’impatto del consumo di bevande zuccherate sullo sviluppo di diabete di tipo II, sull’ipertensione e sull’aumento del peso nell’adulto e nel bambino è molto importante e sembrerebbe prescindere dall’introito calorico.
Numerosi studi in letteratura hanno evidenziato correlazioni con:
1 – Diabete di tipo II: il rischio di sviluppare diabete di tipo II in seguito ad un consumo abituale di bevande zuccherate risulta aumentato indipendentemente dall’adiposità del soggetto.
2 – Aumento del peso: il consumo di una porzione di bevande zuccherate in più al giorno determina un aumento del peso di 0.22 kg all’anno. Questo aumento del peso è presente sia nell’adulto che nel bambino.
3 – Si evidenza un aumento del rischio di ipertensione e malattia coronarica in relazione al consumo di bevande zuccherate, mentre non abbiamo un risultato significativo per quanto riguarda l’ictus.
Che relazione c’è tra l’assunzione di bevande zuccherate naturalmente e artificialmente e l’incidenza di eventi cardio e cerebrovascolari?
2. Aumento di rischio cardiovascolare
I risultati degli studi in letteratura suggeriscono che il consumo di bevande addolcite con zucchero ed artificialmente è associato ad un alto rischio di eventi cardiovascolari. L'assunzione di bevande zuccherate è associata al 19% in più di rischio di infarto del miocardio(IM), fino ad arrivare al 22% di rischio per ogni porzione aggiunta ed aumento del 33 % di rischio di ictus.
Va però detto che, in genere, il consumo di bevande zuccherate è associato a dieta e stile di vita malsano. Gli individui che solitamente assumono maggiormente bevande zuccherate sono più propensi a consumare maggiori quantità di grassi saturi, carne e zucchero e meno frutta e cibi integrali.
3. Considerazione sul fruttosio
Alcune bevande zuccherate spesso sono dolcificate con sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio (più comunemente in USA che in Italia).
Eccessivi prodotti del metabolismo del fruttosio possono portare ad aumento della lipogenesi e successiva deposizione di grasso viscerale e intramuscolare.
Il fruttosio, a differenza degli altri zuccheri, porta ad un aumento dei livelli di acido urico.
Questo aumento comporta una riduzione dell’attività di ossido nitrico (NO) endoteliale.
In condizioni fisiologiche, l’NO svolge le seguenti azioni:
– rilassamento della muscolatura liscia e vasodilatazione,
– riduzione della proliferazione delle cellule muscolari lisce vascolari,
– protezione dell’intima dalle conseguenze dannose dell’aggregazione piastrinica con successiva aterosclerosi,
– è importante per l’assorbimento di glucosio, una sua diminuzione induce insulino-resistenza.
Ovviamente con la riduzione dell’attività dell’NO, tutte queste funzioni vengono meno.
4. Bevande zuccherate, infiammazione e insulino-resistenza
Le bevande zuccherate hanno un alto indice glicemico ed un alto carico glicemico e potrebbero condurre ad infiammazione e ad insulino-resistenza.
L’infiammazione può condurre a:
– aterosclerosi, si tratta di un fenomeno infiammatorio cronico con ispessimento dell’intima dovuto al deposito di lipidi, che non dovrebbero essere presenti normalmente, con formazione di una stria lipidica che andrà a formare la placca aterosclerotica con conseguenti alterazioni a livello vasale;
– riduzione NO;
– stress ossidativo;
– esaurimento del glutatione (antiossidante);
– rilascio di citochine proinfiammatorie;
– incremento dei livelli di proteina C reattiva nel siero, interleuchina 6 e TNF r1 e r2.
Di conseguenza tutti questi fattori alterati possono portare ad un aumentato rischio di malattie cardiovascolare.
Anche l’assunzione di bevande dolcificate artificialmente potrebbe aumentare il rischio di malattia cardiovascolare attraverso la predisposizione all’obesità; i dolcificanti artificiali potrebbero legarsi ai recettori intestinali per il sapore dolce e stimolare il rilascio di ormoni che promuovono l’aumento di appetito e peso. Inoltre, sembrerebbero essere in grado di alterare la microflora intestinale.
Senza creare allarmismi, fare attenzione al consumo di bevande zuccherate è il minimo per quanto riguarda la prevenzione del rischio cardiovascolare e il mantenimento della salute. Spesso questo tipo di bevande viene consumato prevalentemente da bambini e adolescenti, senza considerare l’impatto sulla salute e sull’aumento di peso.
Abituare i bambini a sapori così dolci, oltre a stimolare la preferenza verso questa tipologia di alimenti, li disabitua al sapore naturare dei cibi (un po' come accade quando si utilizza troppo sale). L’ideale sarebbe evitare o limitare il consumo di bevande zuccherate (siano esse dolcificate naturalmente o artificialmente) riservandolo ad occasioni ed eventi rari.
Valeria Cangiano
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